Bambini e rischio soffocamento: i cibi da evitare

E’ uno fra i più grandi e diffusi incubi dei genitori: il rischio di soffocamento. I bambini sono particolarmente esposti, si sa. E non sempre le mamme e i papà hanno del tutto sotto controllo la situazione. I cibi più pericolosi sono le noci, i semi, ma anche i fagioli e i piselli. I piccoli non si rendono conto, appunto, della minaccia che essi rappresentano. E nell’86 per cento dei casi gli incidenti di questi tipo vengono causati dall’inalazione di un alimento come corpo estraneo e spesso in presenza di un adulto.

Il dato in questione è censito dal registro Susy Safe a cura di Dario Gregori, docente presso l’Università del Dipartimento di Scienze Cardiologiche, Toraciche e Vascolari di Padova nonché medico coinvolto nella formazione a distanza di Trenta Ore per la Vita sulle manovre di disostruzione pediatriche. Tale registro, appunto, serve a mettere in guardia gli adulti e fa presente essi non sempre esercitino un’adeguata azione di supervisione. Non per negligenza, sia chiaro: la maggior parte di loro – che sia la madre, il padre, la nonna, la babysitter – non conosce affatto i rischi presentati da determinati alimenti.

Il registro contiene un database con oltre 20.000 casi relativi agli incidenti da corpo estraneo provenienti da tutto il mondo: “Spesso – spiega Gregori – si pensa che la maggior parte degli incidenti sia causata dai giocattoli, in realtà i corpi estranei più frequenti sono proprio gli alimenti o parti di essi. Ad esempio, i frammenti di noci possono essere aspirati e finire nei bronchi con estrema facilità, causando patologie come la polmonite da aspirazione. I fagioli e i piselli spesso vengono utilizzati per attività ludiche“.

Per questo motivo l’Associazione Trenta Ore per la Vita Onlus ha realizzato – con la collaborazione della testimonial Lorella Cuccarini – un corso online sulle manovre di disostruzione in età pediatrica pensato per i genitori, i nonni e tutti gli operatori dell’infanzia. Non solo: il 45 per cento del ricavato dalla vendita del corso online servirà sostenere il “Progetto Home”, che assicura una casa lontano da casa ai genitori non abbienti costretti ad emigrare per seguire le lunghe cure a cui sono sottoposti i loro figli malati di tumore.

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