La depressione sarà diagnosticata con un esame del sangue

Viene chiamato “il male oscuro”, chi ne soffre entra in una spirale di apatia e tristezza che rendono difficile compiere anche i più piccoli gesti quotidiani: la depressione è, ad oggi, la seconda causa di ricorso al medico di famiglia e una delle prime in termini di spesa per la sanità. Chi è depresso a volte fatica a riconoscersi come tale o si vergogna ad ammetterlo, d’altronde tristezza e momenti di stanchezza possono capitare a tutti ma è bene distinguere i normali alti e bassi della vita da periodi lunghi in cui si perde la voglia di fare, l’interesse verso il mondo esterno e si inizia a trascurare anche la cura di sé.

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La diagnosi della depressione potrà essere, a breve, più obiettiva grazie ad un esame del sangue, messo a punto dai ricercatori della Northwestern University Feinberg School of Medicine, che hanno condotto uno studio su 32 pazienti depressi e altrettanti sani. Attraverso un semplice esame del sangue, i ricercatori hanno scoperto percentuali differenti di 9 Rna (molecola simile al Dna) nella sostanza ematica di depressi e non. Oltre a questa fondamentale scoperta, i medici hanno sottolineato come queste molecole si modifichino in seguito alla psicoterapia e alla scomparsa della depressione. Grazie a questo esame si potrà quindi monitorare la cura e capire se la sola terapia della parola può bastare o meno.

In attesa di uno studio che coinvolga ancora più pazienti, questa ricerca ha già entusiasmato i medici di tutto il mondo, che sperano di ricavare dall’analisi del sangue dati importanti per rendere le cure più efficaci. “Questo studio è importante. Al momento le diagnosi vengono condotte sulla base di sintomi generici quali mancanza di appetito e motivazione, stanchezza o cattivo umore persistente e non in modo oggettivo come si fa per le altre malattie. Poter fare una diagnosi della depressione con un prelievo rappresenta dunque un progresso notevole nel campo delle malattie mentali specie se si considera che la depressione è una malattia che colpisce circa il 7% della popolazione con percentuali in crescita”, ha commentato Graziano Pinna, psichiatra dell’Università dell’Illinois.

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