Shampoo: come e perché tenersi alla larga dai solfati

Sempre più spesso si sente parlare della pericolosità dei solfati, tensioattivi che vengono aggiunti ai prodotti detergenti, in particolare allo shampoo, per il loro alto potere sgrassante. Questi prodotti chimici però non sono privi di controindicazioni: a risentirne non è solo l’aspetto dei capelli, che se in un primo momento dopo il lavaggio sembrano addirittura più morbidi e lisci (“merito” questo anche dei siliconi), a lungo andare diventano crespi, secchi e con le doppie punte. La ricerca sta, infatti, indagando anche sugli effetti sulla salute di tali sostanze che vengono attraverso la pelle assorbiti dal nostro organismo e che non sembrerebbero molto benevoli.

Le sostanze incriminate sono facili da individuare: occorre leggere l’Inci ed evitare le sigle SLS e SLES che stanno rispettivamente per Lauril Solfato di Sodio e Laureth Solfato di Sodio. Queste, oltre a sgrassare prepotentemente la cute del cuoio capelluto, che così rimane priva degli oli naturali che produce, sono anche quelle che provocano la schiuma. È proprio questo un indice importante: un buono shampoo senza sostanze indesiderate non produce schiuma. In effetti, il passaggio da uno shampoo normale a uno senza SLS può sembrare difficile i primi tempi. Ma diluendolo con acqua e avendo la pazienza di aspettare un paio di settimane i benefici sulla chioma si vedono eccome.

Visto che non sono ancora facili da trovare, vi diamo qualche dritta sui prodotti migliori. C’è Dercos Shampoo Dermo-lenitivo senza solfati di Vichy (€ 12,20) per chi ha la pelle sensibile oppure Shampoo Delicate Color di L’Oreal (€ 12,50), ideale per capelli colorati, mentre per dare più volume c’è Bed Head – Epic Volume di TIGI (€ 16,43). Tra tutti quest’ultimo è quello che produce più schiuma, ma è comunque SLS-free e contiene solo oli naturali.

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