Greenpeace e quei vestiti per bambini che contengono sostanze chimiche

Proprio nei giorni della settimana milanese della moda, Greenpeace ha deciso di diffondere un rapporto che merita attenzione perché riguarda i bambini. Per l’esattezza i capi di abbigliamento realizzati da alcuni fra i più noti luxury brand tra cui Versace, Louis Vuitton e Dolce&Gabbana: ebbene, contengono sostanze chimiche che possono essere nocive per la salute.

Sono stati testati 27 prodotti di otto case d’Alta moda; 16 di questi (8 dei quali made in Italy) hanno rivelato la presenza di una o più delle seguenti sostanze: nonilfenoli etossilati (NPEs), ftalati, composti perflorurati e polifluorurati, antimonio. La più alta concentrazione di nonilfenoli è stata riscontrata in una scarpa ballerina Louis Vuitton fabbricata in Italia e venduta in Svizzera, mentre la concentrazione più elevata di PFCs in una giacca di Versace.

I marchi dell’Alta moda – dichiara Chiara Campione, responsabile del progetto The Fashion Duel di Greenpeace Italia – basano il loro successo sull’esclusività e la qualità dei loro prodotti. Le analisi che diffondiamo in questo rapporto mostrano come stiano deludendo i loro clienti con vere e proprie bugie. E non un problema che interessa solo chi può permettersi questi prodotti di lusso, perché l’inquinamento riguarda ognuno di noi. Sta ora a questi marchi fare chiarezza sull’etichetta ‘Made in Italy’ che esibiscono, ripulire le loro filiere e capire che i loro clienti non si lasciano prendere in giro facilmente“.

Alcune di queste sostanze, tra l’altro, quando vengono rilasciate nei corsi d’acqua durante la loro produzione – oppure dai vestiti stessi durante il lavaggio – hanno la proprietà di accumularsi negli organismi viventi e di essere dei perturbatori endocrini. “Bisogna che i marchi dell’Alta moda – ribadisce la Campione – tengano fede alla loro reputazione e diventino leader di una moda libera da sostanze pericolose. Assumendo l’impegno Detox per le loro filiere, marchi come Valentino e Burberry hanno già dimostrato che si possono produrre vestiti di lusso senza danneggiare l’ambiente. Cosa aspettano invece Versace, Louis Vuitton, Dior o Dolce&Gabbana?“.

Oltre a Valentino e Burberry, l’impegno Detox è stato sottoscritto anche da Nike, Adidas Puma, H&M, M&S, C&A, Li-Ning, Zara, Mango, Esprit, Levi’s, Uniqlo, Benetton, Victoria’s Secret, G-Star Raw, Coop, Canepa e Primark.

Foto by Greenpeace

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