La cucina vegana è un arcobaleno di sapori: intervista alla chef Alessandra Rotili

Giornalista per professione e chef vegana per passione, Alessandra Rotili è diventata vegetariana nel 2010 e meno di un anno dopo ha deciso di seguire un’alimentazione 100% vegan. Complice il suo amore per la cucina, ha creato il sito La Cucina di Ale per raccogliere le sue ricette e da qualche mese organizza gli “aperiveg” a Roma, per far scoprire ingredienti nuovi e dimostrare a tutti che la cucina vegan non è affato triste.

Quando hai deciso di seguire l’alimentazione vegana e perchè?
L’idea di mangiare cibi di derivazione animale non mi è mai piaciuta, anche quando ero piccola. Tre anni e mezzo fa però ho deciso di fare il grande passo: vegetariana per alcuni mesi, quindi niente carne e pesce, poi ho eliminato anche uova, latte e derivati. Una scelta che ho maturato nel tempo, fondamentalmente etica e salutista. Non ho un approccio ideologico, ma il rispetto per gli animali e per il pianeta con questa scelta si coniuga anche con quello nei confronti di se stessi. Mangiare così fa solo bene alla salute, nostra e degli altri.

Com’è cambiata la tua vita da quando sei diventata vegana?
La mia vita è cambiata tanto: io la definisco una rivoluzione che mi ha portato una carica di energia positiva. Non solo nel fisico: mi sento disintossicata, in una parola in salute.

Quali sono i pro e i contro di questo tipo di alimentazione?
Per me non ci sono contro. Certamente bisogna bilanciarla, ma dal mondo vegetale possiamo prendere tutto quello di cui il nostro organismo ha bisogno. Comprese le proteine: si definiscono quelle della carne nobili. Ma come si può mangiando dei cadaveri? L’alimentazione vegana ti ‘costringe’ a cucinare, ma il fatto di non potersi fermare al bar per un tramezzino volante è solo positivo. Niente colesterolo, pochi grassi e cibi sani: io ero anemica, non lo sono più.

Da dove nasce l’idea di un sito di ricette vegan? E’ difficile trovare gli ingredienti che ti servono per cucinare?
L’idea del sito La Cucina di Ale è nata per gioco: gli amici che alle feste assaggiavano i miei piatti hanno detto che dovevo condividere questa fantasia con più persone. E così è stato: è un sito e blog in cui appunto condivido i miei piatti con chi come me ha fatto questa scelta, ma anche con tutti quelli che non hanno preclusioni. Perché chi pensa che i vegani bruchino erba o mangino ghiande si sbaglia di grosso. L’alimentazione vegan è decisamente a colori. Quanto agli ingredienti, io non uso cibi particolari: solo legumi, cerali, verdure e ortaggi di stagione. Certo la varietà è maggiore: cucino miglio, bulgur e quinoa che raramente finiscono nelle tavole comuni. Integro con tofu, seitan e tempeh, tutti cibi proteici di origine vegetale, ottimi in cucina. Ma per il resto sono cose che si trovano ovunque, e per fortuna anche i supermercati bio cominciano a diffondersi.

Quali sono i tre ingredienti più importanti nella tua cucina?
La cucina vegan è talmente varia che ridurla a tre ingredienti è davvero dura. Nella mia dispensa non mancano mai i legumi (ceci, fagioli, piselli anche quelli decorticati) con cui preparo zuppe, ma anche polpette e polpettoni; la zucca quando è stagione, a parte cruda la uso ovunque, e gli oli. Non uso margarine, nemmeno quelle vegetali, e quindi in cucina spazio con tutte le specialità: ottimo anche quello di sesamo, ricco di omega tre. E poi ci sono i semi e la frutta secca da cui un vegano non può separarsi!

C’è qualche chef “famoso” a cui ti ispiri?
In questi tre anni ho studiato molto: letto tanti libri sul vegan, e naturalmente la biblioteca di cucina si è notevolmente arricchita. Ho fatto anche dei corsi, illuminante quello sulla pasticceria: io non sono una golosa di dolce, ma ai fornelli la sfida con torte e biscotti è la più intrigante. Tutti non capiscono come possa prendere forma una torta senza latte, uova o burro: non solo si può, direi che si deve… il sapore, e anche l’aspetto, sono garantiti. Ci sono diversi chef che fanno cucina ‘naturale’, che mi piacciono molto: vegano è Simone Salvini, un vero maestro.

Come mai hai deciso di proporre gli aperitivi vegan?
L’aperiveg è nato per gioco, in continuità con il sito La Cucina di Ale. E’ un modo per far vedere alla gente che i vegani si sanno nutrire e sanno godere della vita, senza rinunciare a nulla. Perché di una cosa resto convinta: questa è una scelta che non deve comportare rinuncia e senso di frustrazione: sedersi a tavola deve essere un piacere. E questi appuntamenti si stanno rivelando una scoperta continua: il complimento più bello? “Non pensavo che i vegani mangiassero queste prelibatezze”…

Spesso le persone sono diffidenti nei confronti del mondo vegan: quali piatti prepareresti per “convincerle” che mangiare veg non è triste?
Di diffidenza ancora molta, anche se le cose stanno rapidamente cambiando. Qualcuno ancora ci scambia per malati o appartenenti a chissà quale setta… Gli scettici a dire il vero li ho già convinti, comunque preparerei una bella lasagne con sfoglia hand made al ragù di lenticchie e zucca, un’insalata russa con maionese veg fatta in casa che ha stregato anche i più accaniti sostenitori di quella con le uova e per finire un bel pandolce all’uva.

Foto by La Cucina di Ale

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